Basta fare un facile giro sui social del settore per notare l’altissimo numero di persone che si chiedono come fertilizzare le piante in acquario. Continuando la lettura capirai perché.
Vediamo quindi i metodi, i modi, gli errori e i risultati.

E’ importante capire come fertilizzare le piante in acquario
La fertilizzazione è essenziale non solo per le piante ma per tutto l’ecosistema.
Anzitutto occorre sfatare il mito che è sempre bene attendere qualche settimana (all’incirca un mese) dall’inserimento delle piante prima di cominciare a fertilizzare. E’ vero che le piante hanno bisogno di un periodo di adattamento alla chimica dell’acqua del nostro acquario ma parlare di settimane mi sembra esagerato. Qualche giorno è sufficiente. Se aspettiamo troppo rischiamo di crearle un danno, a tutto vantaggio delle alghe.
Inoltre ogni pianta ha caratteristiche ed esigenze diverse, anche se provengono dalla stessa area geografica. Starà alla tua bravura riuscire a trovare il “giusto equilibrio”.
Nell’immagine sopra puoi vedere un bell’esempio di acquario “olandese”, caratterizzato dalla presenza di moltissima vegetazione. Puoi notare la differenza di colori delle piante. Verde, rosso rame e violetto.
Più il colore si avvicina al rosso, più le piante hanno bisogno di luce ed attenzione alla fertilizzazione. Senza le dovute attenzioni, è possibile che:
- crescano lentamente
- non crescano affatto
- ingialliscano
- perdano le foglie
- marciscano
- si ricoprano di alghe
Che tu abbia piante a crescita lenta o rapida, conviene quindi capire come funziona il meraviglioso mondo delle piante d’acquario.
L’illuminazione
Può sembrarti strano parlare di illuminazione quando si parla di come fertilizzare le piante in acquario, eppure le due cose hanno una stretta correlazione.
Puoi fertilizzare quanto vuoi ma se non hai la giusta quantità (e qualità) di luce, le piante non saranno in grado di metabolizzare i nutrienti, a tutto favore delle alghe (le solite maledette).
Ti stai chiedendo cosa fare, vero? Beh, per capire come fertilizzare le piante in acquario puoi cominciare col dare uno sguardo all’articolo illuminazione in acquario. Riguardo la fertilizzazione, infatti, l’illuminazione è la vera benzina per la fotosintesi clorofilliana. Troppi sostengono che più luce hai, meglio è. Ma questo vale (fino a un certo punto) per le piante rosse. Altrimenti è sufficiente una luce moderata per far crescere ogni tipo di pianta.
Cosa succede quando hai troppa luce? Semplice, il metabolismo delle piante aumenta e queste consumeranno i nutrienti più in fretta. La CO2 presente naturalmente in acqua non sarà più sufficiente e quindi bisognerà usare un impianto di CO2. Per non parlare dei macro e micro nutrienti che facilmente si esauriranno andando a creare le varie carenze.
Riguardo la luce non bisogna considerare solo i watt (per lampade CTF o neon) o i Lumen (per le lampade a LED) ma anche i gradi Kelvin (°K) e lo spettro.
Anidride carbonica, ossia CO2
Se sei davvero alle prime armi, dubito che avresti mai immaginato di dover somministrare CO2 alle tue piante. In effetti la CO2 in acquario è il secondo fattore più importante perchè è l’elemento che più di frequente scarseggia.
Fertilizzare con la CO2 non è ne difficile ne particolarmente dispendioso. In commercio esistono moltissimi kit già pronti e per qualsiasi tasca.
Puoi approfondire tutto ciò che riguarda la CO2 dando una lettura alla pagina dedicata Impianto di CO2 per acquario.
I macro elementi
- Azoto (N)
- Calcio (Ca)
- Fosforo (P)
- Magnesio (Mg)
- Potassio (K)
- Zolfo (S)
I micro elementi
- Boro (B)
- Cobalto (Co)
- Ferro (Fe)
- Manganese (Mn)
- Molibdeno (Mo)
- Rame (Cu)
- Zinco (Zn)
Tutti i sopra citati elementi sono assolutamente indispensabili.
Elementi in traccia
Sono quegli elementi necessari in quantità talmente ridotta da non essere rilevabili dagli strumenti di laboratorio. Un elemento in traccia è ad esempio il Sodio (Na).
Elementi immobili
Vengono detti elementi “immobili” quegli elementi che la pianta, una volta assimilati e fissati alle cellule, non può spostare per le proprie necessità. Sono:
- Boro (micro)
- Calcio (macro)
- Ferro (micro)
- Manganese (micro)
- Rame (micro)
- Zolfo (macro)
La mancanza di questi elementi determina l’impossibilità di dar vita a nuove foglie. Le foglie giovani non crescono.
Elementi mobili
Vengono detti elementi “mobili” quegli elementi che la pianta, attraverso la linfa, può spostare al suo interno per le proprie necessità. Sono:
- Azoto (micro)
- Fosforo (macro)
- Magnesio (macro)
- Molibdeno (micro)
- Potassio (macro)
- Zinco (micro)
La mancanza di questi elementi determina la morte delle foglie più vecchie perché le piante “decidono” di mettere le scarse riserve a disposizione delle foglie più giovani.
Quindi si deduce che se noti sofferenza nelle foglie più giovani, il problema è da ricercare negli elementi immobili. Se a soffrire invece sono le foglie vecchie, allora il problema è negli elementi mobili.
Bilanciamento dei nutrienti
La somministrazione dei nutrienti dev’essere bilanciata. In acqua devono essere sempre tutti presenti (nelle giuste quantità), altrimenti le piante non potranno attivare i loro processi, a tutto vantaggio delle alghe. Basta che uno solo dei macro e micro elementi sia assente e le piante non saranno più in grado di assorbire nulla. Ma attenzione anche che non ci sia un eccesso di qualche elemento. Ad esempio un eccesso di Manganese provoca l’ingiallimento delle foglie.
Assorbimento dei nutrienti
Le piante possono assorbire i nutrienti attraverso:
- le radici
- il fusto
- le foglie
Quando si parla di assorbimento tramite fusto e foglie, si parla di “fertilizzazione in colonna”, ossia le piante assorbono i nutrimenti grazie alla colonna d’acqua. Alcune piante si “accontentano” di ciò che trovano nella colonna d’acqua, altre si adattano a trarre nutrimento solo dall’acqua (se il substrato è “povero”) sviluppando delle antiestetiche radici aeree. Altre ancora hanno bisogno di assimilare i nutrienti anche dalle radici.
Qualora la pianta dovesse marcire tutta assieme, allora siamo in presenza di un’acqua troppo dura (solitamente acqua di rubinetto). In questo caso è consigliabile usare acqua di osmosi inversa o demineralizzata, alla quale poi aggiungere gli appositi sali remineralizzanti e gli elementi fertilizzanti, oppure è possibile tagliare l’acqua di rubinetto con quella di osmosi.
Se le piante stanno bene e crescono rigogliosamente, vuol dire che hanno tutto ciò di cui hanno bisogno.
Metodi di fertilizzazione
Bene. Dopo aver descritto le dinamiche che permettono alle piante d’acquario di prosperare, sarai curioso di capire come fertilizzare le piante in acquario nella pratica. Anzitutto vediamo i metodi:
- protocollo commerciale
- PMDD
Il protocollo commerciale consiste nell’uso di tutta una serie di prodotti che una ditta di acquariofilia produce. Questi protocolli solitamente si compongono di un fertilizzante generico, flaconi di singoli elementi (ad es. ferro o potassio) e stick per il fondo.
Il PMDD è un protocollo “fai da te” composto da prodotti anch’essi commerciali ma per il giardinaggio e non per l’acquariofilia. Pare funzionare molto bene ed ha il vantaggio di costare molto ma molto meno dei prodotti ad uso acquariofilo. Ci sono più varianti di PMDD e in rete non ti sarà difficile trovarle.
Se adesso ti aspetti di leggere le dosi di ogni prodotto, purtroppo rimarrai deluso. Non ci sono regole universali o dosi preimpostate, anche se molte ditte “ci provano”. In realtà l’unico modo per cominciare a fertilizzare è dosare 1/4 della dose consigliata per il fertilizzante generico e poi vedere come rispondono le piante.
Sembrerà assurdo ma prima di dosare qualsiasi altro elemento dovrai eventualmente aspettare che si evidenzi qualche carenza, dopo di che dovrai aiutarti coi test per stabilire il tuo personalissimo protocollo (con tanto di dosi). L’immagine che segue ti sarà certamente d’aiuto.

Se ti iscrivi al mio gruppo di Facebook, puoi scaricare il pdf del protocollo PMDD, così potrai consultarlo con calma.
salve
per l’articolo sulla illuminazione ed i necessari watt ho letto tante inesattezze, tipo la formuletta da applicare per mq.
Quindi con 12 watt, avendo io fatto un esempio con un acquario di 90 litri gestisco le piante con illuminazione media, 24 watt con illuminazione forte.
per non parlare dei lumen……
Mi sembra tutto sballato.
saluti
clemente
Ciao Clemente, ti ringrazio per aver mosso una critica al mio articolo sull’illuminazione. Mi hai spronato ad aggiornarlo. Ti invito a rivisitarlo 🙂