Le malattie dei pesci in acquario sono quasi sempre il risultato finale di situazioni di stress protratte nel tempo. Quindi prima di parlare delle malattie, è bene parlare delle cause scatenanti.
Malattie dei pesci in acquario. Cause scatenanti

Le cause più comuni sono:
- cattiva gestione in generale
- cambio acqua fatto male
- sovraffollamento di pesci
- allevamento di specie incompatibili tra loro per temperamento/valori acqua/territorialità
- inquinamento da troppo cibo/troppi pesci
- mancanza di ossigeno
- eccesso di CO2
Le situazioni sopra esposte portano inevitabilmente a stress, il quale debilita le difese immunitarie dei pesci esponendoli a malattie. Ma le malattie possono anche arrivare assieme ai pesci che con tanta emozione hai comprato dal tuo negoziante di fiducia.
Prevenire è meglio che curare
Come tutti gli esseri viventi, e al contrario di quel che si dice (“sano come un pesce”), anche i pesci si ammalano. Nella maggior parte dei casi si tratta di malattie trasmissibili da pesce a pesce ma mai da pesce a uomo. Che si tratti di funghi, vermi, batteri o parassiti (alcuni dei quali, sempre presenti in acqua), la colpa è quasi sempre tua (mi spiace per te ma è proprio così). Per prevenire l’insorgere di una malattia è necessario anzitutto attuare una corretta gestione dell’acquario.
A cosa devi fare attenzione? Per prima cosa è importante distinguere i pesci sani da quelli malati o “messi male” tra quelli in negozio. Mai scegliere i pesci che presentano le seguenti problematiche:
- puntini bianchi o neri
- pinne erose/lacerate/mancanti
- occhi spenti
- nuoto incerto
- nuoto sul fondo
- stazionamento in un angolo o sul fondo
- mancanza di ossigeno
- subisce (solo lui) frequenti attacchi da altri pesci
Il pesce che sta bene nuota bene, in lungo e in largo, ed ha appetito. Sarebbe anche buona norma chiedere al negoziante di somministrargli un pò di cibo per vedere se mangia ma se ti vergogni a farlo, l’importante è seguire la lista qui sopra. Normalmente il negoziante fa scegliere al cliente gli esemplari da acquistare ma se ciò ti fosse negato, per qualsiasi ragione, stai in allerta.
Oltre a quanto detto, è buona norma controllare di tanto in tanto pH, il KH e il GH per capire se sono costanti o subiscono pericolose oscillazioni. Controllerei anche ammoniaca (NH3/NH4) e Nitriti (NO2) giusto per stare tranquillo sul funzionamento del filtro e più in generale del “ecosistema acquario”. Se hai piante vere devi controllare anche nitrati (NO3) e fosfati (PO4) per la fertilizzazione.
Se il filtro funziona bene ed è ben dimensionato rispetto all’acquario che lo ospita, l’ammoniaca (letale) non rappresenta un problema perché viene scomposta in nitriti (letali) e successivamente in nitrati. Un eccesso di nitriti e ammoniaca è sintomo di sovraffollamento di pesci o di filtro con comparto biologico troppo piccolo o che non lavora bene.
Se il filtro non funziona bene, è sottodimensionato e non si fanno sufficienti cambi d’acqua, batteri quali Costia, Chilodonella e Trichodina trovano terreno fertile (leggere più avanti).
L’importanza del pH
Il valore del pH indica l’acidità o l’alcalinità dell’acqua. Il valore neutro è 7. Un pH inferiore a 7 indica acidità. Al di sopra di 7, indica alcalinità. Uno sbalzo di pH può causare forte stress nei pesci provocando ovvie conseguenze. Già solo un punto decimale rappresenta un discreto sbalzo per i pesci.
A seconda dei pesci e delle piante allevate, il pH in acquario dovrebbe rimanere sempre entro un range compreso tra 6,5 e 8. Se è troppo basso per ciò che allevi, puoi tagliare l’acqua con quella di rubinetto oppure aggiungere qualche grammo di bicarbonato di sodio (o ancora meglio, di potassio) all’acqua demineralizzata. Se è troppo alto, devi tagliare l’acqua con la demineralizzata.
Sovraffollamento dei pesci e incompatibilità tra le specie
Come già detto, un sovraffollamento dei pesci porta ad un carico organico troppo grande da smaltire. Questo provoca come minimo un eccesso di nitrati i quali, quando sono presenti in modo massiccio, possono creare problemi alla fauna. Inoltre sopra i 50mg/l le piante vanno in blocco (ma le alghe no, e ne approfitterebbero).
Se siamo in presenza di un sovraffollamento di pesci, oppure non hai seguito un biotopo ma hai acquistato i pesci in base alla loro bellezza (il cosiddetto “fritto misto”), può accadere che ci siano pesci aggressivi e territoriali i quali vanno a ferire i pesci più miti. Le ferite ovviamente espongono i pesci ad infezione. Ricorda che l’acquario, per quanto grande, è un ambiente estremamente piccolo e un pesce costretto sempre a scappare e nascondersi è chiaramente soggetto a stress.
Temperatura e sbalzi
Ogni specie di pesce ha il suo range di temperatura ottimale per vivere in modo sano, che è quello presente in natura nel luogo d’origine della specie. Inoltre, provocare sbalzi repentini di temperatura espone i pesci a stress e quindi a malattie. Il range di temperatura per i pesci di acqua fredda è di 15-25° mentre per quelli tropicali è di 23-30° (ad es. guppy, platy e molly vivono al meglio tra i 24 e i 26°, i discus tra i 28 e i 30°).
Qualcuno sostiene che se il cambio d’acqua, ad esempio, è nell’ordine del 10%, non è necessario preoccuparsi di riscaldare l’acqua del cambio nei mesi invernali. Non è così. E’ vero che così facendo, la temperatura dell’acquario scenderebbe solo di uno o due gradi ma ciò che porterebbe a malattia sarebbe la “doccia fredda” che si andrebbe a fare perchè i pesci hanno l’abitudine di andarsi a mettere proprio sotto al getto d’acqua (freddissima per loro), quindi lo shock termico è comunque assicurato.
Il cibo
Un’eccessiva quantità di cibo può portare essa stessa batteri e parassiti poiché il cibo non consumato sviluppa sostanze tossiche in acqua e nel filtro. Inoltre è meglio avere più tipi di cibo da somministrare per evitare che i pesci si “stanchino” di mangiare sempre la solita minestra sviluppando una leggera inappetenza che può causare indebolimento e, di conseguenza, malattie.
Caratteristiche comportamentali e ossigeno
Molti acquariofili sono portati a pensare che un pesce piccolo come il neon sia adatto ad un acquario piccolo, anche perchè è ciò che si vede in tantissime vasche espositive su YouTube. In realtà è bene sapere che non tutto ciò che si vede sul web è corretto. Le vasche espositive non sono acquari messi in piedi per rimanere tali ma hanno il solo scopo di mostrare, per qualche ora o giorno, un determinato allestimento.
Tornando al neon, è un pesce piccolino ma che ha bisogno di vasche lunghe almeno 80cm perchè è un gran nuotatore. Da considerare anche la necessità del pesce di vivere in branco o come unico individuo della sua specie. Un pesce da branco si sentirà protetto dai suoi simili e vivrebbe con stress la solitudine. Al contrario, un pesce che non desidera la presenza di suoi simili vivrà con stress la loro presenza.
All’inizio della propria carriera acquariofila, praticamente nessuno considera la vitale importanza che ha la quantità di ossigeno disciolto in acqua. Molti pesci consumano molto ossigeno e una sua carenza è fortemente stressante. Purtroppo non sempre i pesci manifestano questa carenza boccheggiando a pelo d’acqua. Bisogna quindi munirsi di apposito test O2, piantumare riccamente l’acquario o dotarsi di areatore.
Si può favorire lo scambio gassoso tra acqua e aria anche direzionando l’uscita del filtro verso la superficie dell’acqua in modo da smuoverla un pò e favorire quindi lo scambio gassoso. Chiaramente il problema è tanto maggiore quanto maggiore è il numero di pesci in rapporto al litraggio netto dell’acquario.
Vasca di quarantena
Non tutti hanno la pazienza o lo spazio in casa per allestire un vero e proprio altro acquario che funga da vasca di quarantena quando si compra un pesce, ma è chiaro che usare questa precauzione ti eviterà eventualmente di infettare gli altri pesci e di immettere medicinali nell’acquario.
La vasca di quarantena infatti consente di verificare che il pesce acquistato sia in buona salute ma per far ciò è necessario che vi rimanga per almeno un mese. Deve essere almeno una vaschetta di plastica di 4-10 litri e va allestita così:
- acqua dell’acquario principale
- filtro con spugna e zeolite
- areatore (opzionale)
- niente fondo
- niente piante
La zeolite ti consentirà di mettere in piedi il tutto senza il problema della maturazione del filtro. Il mio parere è che la vasca di quarantena possa essere una soluzione solo nel caso di acquisto di nuovi pesci perchè se dovesse insorgere una malattia in acquario, dubito che la quarantena possa essere un sistema efficace per curare solo gli esemplari malati perchè non saprai mai se la malattia si diffonderà anche agli altri esemplari, quindi in questo caso io sono per curare tutto l’acquario.
Quello che pochi sanno (o immaginano) è che ogni negozio, all’interno delle proprie vasche, possiede ceppi batterici, funghi, parassiti e quant’altro, i quali vengono trasportati con i pesci negli acquari degli acquirenti. E cosa succede quando si mixano pesci che provengono da negozi diversi? E’ facile che gli uni prendano le malattie portate dagli altri. Questo è il motivo per cui tutto fila liscio fin quando non si inseriscono nuovi pesci.
Improvvisamente qualche pesce si ammala senza motivo e si impazzisce alla ricerca di un motivo.
Se quando si acquistano nuovi pesci non si vuole mettere in piedi una vasca di quarantena, almeno ci si prenda la briga di fare un trattamento di 5 minuti col sale. Nel 95% dei casi è efficace poichè aiuta i pesci a liberarsi di eventuali parassiti per via dello “shock osmotico”.
Prendi un contenitore di 3/5 litri e riempilo per metà con acqua dell’acquario. Poi disciogli nel contenitore 15g di sale grosso non iodato da cucina e inserisci i pesci con tutta la loro acqua. Falli stare per 5 minuti e poi prendili col retino e inseriscili in acquario.
Malattie dei pesci
Prima di cominciare con la presentazione delle malattie più diffuse in acquario (e possibili terapie) mi preme evidenziarti la necessità di individuarne la o le cause e RISOLVERLE, altrimenti avrai sempre malattie. A volte basta semplicemente rimettere le cose a posto perchè la malattia venga sconfitta dalle rinvigorite difese immunitarie del pesce.
Malattie virali

Le malattie virali si manifestano sotto forma di escrescenze bianche o rossastre. Non vi sono rimedi. L’unica cosa che si può fare, se si è capaci e se si possiedono gli strumenti giusti, è rimuovere le escrescenze tagliandole.
Malattie batteriche
Le malattie batteriche che si riscontrano maggiormente sono:
- corrosione delle pinne
- idropisia
Possono essere sconfitte grazie a diversi prodotti commerciali, come il Sera Baktovert o il Dessamor.
L’idropisia consiste in un’infezione batterica interna che causa un forte gonfiore del pesce e il sollevamento di alcune scaglie. Il contagio tra pesce e pesce avviene solo quando quello malato muore. Non esiste una cura certa ma si può tentare con 1cpr da 250gr/20lt di Ambramicina 1 volta al giorno per 4gg da effettuare in altra vasca (bisogna quindi attrezzarsi). Tenere il pesce in quarantena per almeno 2 settimane e cambiare il 5% d’acqua tutti i giorni.

Micosi esterne
Gli agenti patogeni che ne danno vita sono presenti praticamente in tutti gli acquari ma sfociano in malattia solo quando il pesce non ha abbastanza muco su di se a proteggerlo. Si presenta quindi sotto forma di batuffoli cotonosi e si può combattere con dei bagni di sale o col Dessamor.
I protozoi
I flagellati
Malattia del sonno
Si chiama così perché i pesci affetti da questa malattia nuotano lentamente e mancano di riflessi (nel caso di una fuga). Il ventre diventa incavato e assume una posizione obliqua. I pesci maggiormente esposti sono i pesci d’acqua stagnante (tipo un laghetto). Normalmente non è presente in un acquario, a meno che si somministri del cibo fresco. Si può combattere col Blu di Metilene (1 goccia ogni litro d’acqua dell’acquario per 3 giorni).
Malattia del buco
Si manifesta con dimagrimento del pesce e feci bianche e mucillaginose. Si chiama così perché, esclusivamente nei pesci adulti, si forma un buco in testa, il quale si ricopre di materia biancastra che offre spazio ad ulteriori infezioni. Un medicinale commerciale in grado di combatterla è il Tetra Exa-Ex.
Flagellati intestinali
I flagellati intestinali sono dei parassiti molto piccoli che intaccano epidermide, intestino, organi interni e sangue. Può rimanere all’interno del pesce in forma latente se questo ha un sistema immunitario in ottima forma ma è pronto a esplodere alla prima occasione sotto forma di feci biancastre. Il pesce inoltre può avere la livrea più scura, appare dimagrito ma conserva un addome gonfio e spesso si isola. Le cause più comuni sono una dieta monotona e le poche vitamine. E’ possibile curare i pesci col Vagilen oppure con medicine specifiche quali Esha Examita o JBL Spiroexol. A volte basta una terapia a base di aglio, come per i vermi intestinali (leggere più sotto).
Terapia col Vagilen
1cpr ogni 35lt netti una tantum. Dopo 3 giorni, cambiare il 30% d’acqua e usare carbone attivo per 3 giorni.
Costia
Il pesce assume una colorazione opaca a causa di un’eccessiva secrezione di mucosa. Possono formarsi persino delle ulcere. Si trasmette per contatto tra pesce e pesce ma anche tramite oggetti passati da acquario a acquario perché il flagellato resiste per qualche minuto fuori dall’acqua. Tuttavia non sopravvive che fino ai 30°, quindi può essere opportuno aumentare la temperatura oltre tale soglia per qualche giorno, a patto che la cosa non diventi letale per piante e pesci. Può essere curato col Sera Costawert.
Chilodonella
Si manifesta sotto forma di muco bluastro, pinne appiattite, letargia e difficoltà respiratorie. Può essere curato col Faunamor.
Oodinum
Si presenta sotto forma di secrezione giallo-grigiastra e si cura col Faunamor.
Verminosi
Vermi intestinali
Non sono flagellati ma sono molto simili per sintomi e aspetto. Anch’essi danno luogo a feci bianche e mucillaginose. Il pesce appare statico ma anche nervoso (si muove a scatti). Per fortuna è una situazione che rientra facilmente poichè basta una cura di 5-7 giorni a base di succo d’aglio (possibilmente fresco) in cui inzuppare il cibo prima della sua somministrazione (2 volte al dì). Se l’aglio non dovesse essere sufficiente a combattere i vermi, usare la pomata Nemex direttamente sul cibo per una settimana.
Coda a spillo
La “coda a spillo” è causata da alcuni vermi che affliggono soprattutto gli avannotti. La coda appare racchiusa e non aperta ma tali vermi possono anche sfrangiare le pinne. Può essere curato col Sera Bactopur.
Sporozoi
Pleistophora
Detta anche “malattia dei neon”, attacca solo questo pesce provocandone lo sbiadimento della colorazione e la deformazione della colonna vertebrale. Non vi è cura, quindi bisogna prontamente allontanare dall’acquario gli esemplari colpiti.
Ciliati
Ictio
Il numero uno delle malattie. L’incubo di ogni acquariofilo. Si presenta sotto forma di numerosi puntini bianchi presenti un po’ ovunque sul corpo del pesce. Il pesce colpito, oltre a presentare i puntini bianchi, si sfrega sugli arredi, sul fondo, sui legni, come se si grattasse. In questo caso, dimezzare le ore di luce, ridurre il cibo ed usare il medicinale Aquarium Munster Faunamor. Tenere la temperatura a 27°, inutile oltre. Così com’è completamente inutile, inefficace e potenzialmente dannosa la termoterapia (28-30°), tanto caldeggiata da molti. La sola termoterapia non basta e porta a forte sofferenza piante e pesci.

Dal momento che è la malattia più frequente in acquario è bene capirne il “funzionamento”.
I protozoi ciliati dell’Ictio nuotano nella vasca alla ricerca di un pesce a cui aggrapparsi. Quando lo trovano, si inseriscono sotto pelle formando delle cisti (i puntini bianchi). Dopo uno o due giorni spariscono, dando la sensazione che il pesce sia guarito.
In realtà le cisti si staccano dal pesce e cadono sul fondo. Dopo un giorno queste cisti si schiudono rilasciando in acqua migliaia di nuovi protozoi pronti ad infettare nuovamente i pesci (in questa fase, la vita dei nuovi protozoi è tanto più lunga quanto più bassa è la temperatura). Ecco perché dopo l’apparente scomparsa dei puntini bianchi, questi ricompaiono in modo molto più massiccio. E il ciclo va avanti così finchè i pesci non soccombono perchè non riescono più a respirare.

Altre malattie
Infiammazione della vescica natatoria
A causa di sbalzi termici o batteriosi, la vescica natatoria può infiammarsi. Quando ciò accade, il pesce nuota un po “a casaccio”, si avvita su se stesso o si capovolge. In questi casi è necessario aumentare la temperatura di 3-4° e nutrire il pesce con piselli sbucciati e sbollentati per 2 giorni. Se questo non dovesse bastare, bisogna passare ad una terapia col Faunamor.